Il PAES sulle Madonie

Se all’Europa chiediamo uno sforzo in più nel suo ruolo di guardiano degli equilibri e delle stabilità in campo sociale, certamente alcune politiche di rigore hanno consentito e consentono, sia pur con molti sacrifici, di governare uno sviluppo sostenibile della nostra società.

Ho partecipato giovedì scorso ad un incontro per la redazione del PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) sovracomunale dei Comuni delle Madonie; il PAES è una linea d’azione del Patto dei Sindaci lanciato dalla comunità europea per impegnare le realtà territoriali ad azioni efficaci per uno sviluppo energetico sostenibile.

La materia è complessa ma per dare un’idea di quello di cui parliamo citiamo solo la direttiva 2009/28/CE (obiettivo 20 20 20) con la quale l’Europa impone entro il 2020 la riduzione del 20% delle emissioni climalteranti, ciò attraverso 1. la riduzione del 20% dei consumi da fonti primarie, 2. la riduzione del 20% dell’emissione di gas dannosi per l’ozono, 3. l’aumento del 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il PAES delle Madonie è coordinato tecnicamente dalla SO.SVI.MA, mentre capofila tra i Comuni è Cefalù rappresentata in diverse sedi dall’energica assessore Laura leonardis; sono stati avviati alcuni tavoli tematici di discussione (http://www.sosvima.com/patto-dei-sindaci) ai quali sono stati invitati tutti gli operatori interessati del territorio e non solo che hanno contribuito gratuitamente alla discussione nei tavoli stessi.

L’iniziativa del PAES sovracomunale partecipata è molto interessante ed anche efficace: più occhi e più teste sono meglio di una e sicuramente si pone sulla scia di diverse iniziative ormai elaborate e realizzate in ambito sovracomunale.

In quella sede ho lanciato qualche idea che qui sintetizzo perchè mi piacerebbe, oltre a far conoscere, avviare una discussione anche nella rete virtuale:

1. E’ necessario realizzare una piattaforma che archivi le caratteristiche energetiche di tutti gli edifici comunali del territorio madonita; un ragionamento analogo ma differente si può fare anche con gli immobili privati (la conoscenza è il primo passo per l’azione);

2. Occorre inserire nei piani triennali delle opere pubbliche, o a latere, la priorità delle opere verdi (la riqualificazione energetica sia prevista nella programmazione dei lavori pubblici);

3. Occorre lanciare, con il possibile coinvolgimento dell’Assessorato Regionale e del Ministero dell’Ambiente, un “decoro urbano” per la riqualificazione energetica degli edifici (occorre lanciare un piano di incentivi in conto capitale e in conto interesse per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica);

La discussione è avviata ma è fondamentale perchè grazie al rispetto dei parametri europei creeremo nuova occupazione, nuova economia e un futuro migliore per noi e per i nostri figli.

gp